Guardando alcune fotografie notturne di città o autostrade, capita di vedere automobili che lasciano dietro di sé lunghe scie di luce.
Un effetto spettacolare e dinamico che sembra quasi magia, ma in realtà è pura tecnica fotografica.
Il fenomeno delle scie luminose è il risultato diretto del tempo di esposizione prolungato, uno dei principi fondamentali della fotografia notturna.
Ogni fotocamera cattura la luce in un intervallo di tempo controllato dall’otturatore.
Quando questo tempo è molto breve — ad esempio 1/1000 di secondo — la fotocamera “congela” il movimento.
Ma se l’otturatore rimane aperto per più secondi, la luce continua a colpire il sensore mentre gli oggetti si muovono.
Nel caso dei fari di un’auto, la scia luminosa è la traccia continua lasciata dal movimento della sorgente luminosa durante tutto il tempo in cui l’otturatore resta aperto.
Non è la macchina a diventare una linea, ma la luce che emette a essere registrata come un segno dinamico nel tempo.
Per creare questo effetto, il fotografo utilizza la modalità manuale o priorità di tempi impostando un tempo di esposizione lungo, tra 5 e 30 secondi a seconda dell’intensità della luce.
È indispensabile l’uso di un treppiede, per evitare che anche il minimo movimento della fotocamera renda sfocata l’immagine.
Un diaframma medio (f/8 o f/11) mantiene una buona profondità di campo e un’adeguata nitidezza.
Infine, un ISO basso (100 o 200) riduce il rumore digitale, mantenendo il nero del cielo pulito e profondo.
Molti fotografi usano anche un telecomando o timer per evitare microvibrazioni dovute alla pressione del pulsante di scatto.
In contesti urbani, combinare l’illuminazione pubblica con i fari delle auto permette di ottenere composizioni suggestive, in cui la staticità degli edifici si contrappone al movimento della luce.
Le scie luminose non sono tutte uguali.
Quelle bianche e gialle provengono solitamente dai fari anteriori, mentre le rosse e arancioni derivano dalle luci posteriori.
Questo contrasto cromatico dona equilibrio e ritmo alla fotografia.
A seconda del punto di ripresa, le linee possono convergere verso il centro dell’immagine o disegnare curve che guidano lo sguardo dello spettatore, creando un forte senso di profondità prospettica.
Un fotografo esperto può utilizzare strade in pendenza, ponti o rotatorie per ottenere geometrie luminose ancora più complesse, sfruttando la direzione del traffico per costruire una composizione dinamica e coerente.
Lo stesso principio delle scie luminose si applica anche in altri contesti.
Nella fotografia astronomica, l’uso di tempi di esposizione molto lunghi (fino a diversi minuti o ore) fa sì che le stelle appaiano come archi nel cielo, a causa della rotazione terrestre.
Queste immagini, chiamate star trails, rivelano il movimento apparente delle stelle e permettono di percepire visivamente il passare del tempo in un’unica fotografia.